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I socialisti italiani e la rivoluzione bolscevica (1917-1919)

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di Orazio Niceforo

Il presente testo riproduce integralmente e senza modifiche la tesi di laurea in Filosofia presentata dall’autore nell’ottobre del 1966 all’Università Statale di Milano. L’accoglienza non fu benevola, dal momento che la maggior parte dei componenti della Commissione, a quel tempo sensibili all’egemonia culturale del PCI, giudicò negativamente la rivalutazione, contenuta nella tesi, dell’interpretazione della rivoluzione russa allora sviluppata dai socialisti riformisti (in particolare da Filippo Turati e Rodolfo Mondolfo) e la parallela analisi critica di quella fornita dai socialisti «rivoluzionari» (in particolare da Antonio Gramsci), negli anni 1917-1919.
Occorre tener presente che, nella prima metà degli anni Sessanta, il dibattito politico-culturale a sinistra, o meglio in quella parte della sinistra allora egemonizzata dal PCI, fu dominato dall’operazione di rilancio del pensiero di Gramsci, condotta attraverso la rilettura dei Quaderni del carcere, volta a dare basi teoriche alla togliattiana «via italiana» al socialismo, in aperta ed aspra polemica con il PSI di Pietro Nenni, erede della tradizione riformista.
La Commissione, dunque, ritenne di dover difendere Gramsci a prescindere, anche il Gramsci idealista-soreliano di quegli anni, non entrando nel merito delle argomentazioni contenute nella tesi, pur documentate minuziosamente, e anzi criticando con saccente supponenza le posizioni dei socialisti gradualisti.
La storia del Novecento, con le sue lunghe propaggini nel XXI secolo, che giungono fino all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, ha poi mostrato quanto più realistica e lungimirante sia stata la valutazione della rivoluzione bolscevica data dai riformisti e quanto utopistica e illusoria quella di Gramsci.

Collana: Saggi Biblion
Anno: 2023
Pagine: 176
ISBN: 978-88-3383-370-5

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