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Egualmente libere?

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Chiese evangeliche e libertà religiosa in Italia (1943-1955)

Stefano Gagliano

Il crollo del regime di Mussolini alimentò nel gracile mondo dell’evangelismo italiano speranze legittime di superamento della vecchia legislazione fascista di ritorno al regime separatista del Risorgimento. L’evangelismo italiano mancava tuttavia di strumenti adeguati di pressione politica, né aveva sviluppato una matura riflessione giuridica sui rapporti tra Stato e Chiesa necessaria alla lotta per la libertà religiosa. In questo senso si comprende come all’Assemblea Costituente la scienza giuridica del cattolico Dossetti prevalse e contribuì alla marginalizzazione della materia del trattamento giuridico della varie confessioni di minoranza, considerate peraltro organismi giuridici non originari e quindi sottoposte interamente all’ordinamento dello Stato. La legislazione sui culti ammessi rimase in piedi e con essa tornarono le vessazioni contro le comunità protestanti in Italia, mentre lo strumento dell’Intesa, previsto dall’art. 8 della Costituzione, rimase inattuato fino agli anni Ottanta, ovvero all’indomani della revisione del Concordato con la Chiesa di Roma. Le autorità governative tentarono pertanto ogni strada possibile per non dare attuazione alle norme costituzionali, preferendo ad esse le disposizioni preesistenti, applicate talune volte in maniera assai più restrittiva rispetto al regime fascista, soprattutto nei confronti delle comunità evangeliche. In questo senso si comprendono le ragioni del volume e del quesito volutamente provocatorio: egualmente libere?

358 pag.
(Biblion International Monographs, 20)
2016
ISBN 978-88-98490-49-3