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Dalla Serenissima all’aquila bicipite

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Le basi navali e gli arsenali di Venezia, Pola e Cattaro durante la Grande Guerra

di Martino Ferrari Bravo, Ilija Lalosevic, Raul Marsetič, Radojica Pavićević

Venezia, Pola e Cattaro; tre porti; tre basi marittime; tre arsenali; tre imponenti “Piazze di Difesa” circondate da linee di forti e di batterie costiere. Situate ai lati opposti dell’Adriatico, per secoli tutte e tre parti e cuore del sistema marittimo commerciale e militare della Serenissima, le tre località, ammainato nel 1797 il gonfalone di San Marco, torneranno nel 1814 a condividere una sorte comune sotto una stessa bandiera, divenuta quella giallo nera con l’aquila bicipite degli Asburgo, e le loro navi continueranno a condividere le stesse acque con una comune insegna; quella della marina austriaca. Ma sarà solo un breve periodo, interrotto definitivamente nel 1866 quando il Veneto viene annesso all’Italia. A questo punto le acque dell’Adriatico diventano, forse per la prima volta, in tutta la loro lunghezza, un confine e da una parte e dall’altra ci si attrezza per difenderlo o per superarlo. Oggi quei confini ancora presenti si stanno sfumando e da una parte e dall’altra si è di nuovo aperta una corsa parallela al recupero e alla valorizzazione di un patrimonio architettonico che vuole questa volta ricordare e non affermare, parlare di pace e non di guerra. Per questa ragione ci è sembrato importante raccontare la storia parallela delle tre basi navali e dei rispettivi arsenali di Venezia, Pola e Cattaro.

106 pag., illustrato
(Quaderni del Centro di documentazione sulle architetture militari di Forte Marghera; Sistemi Difensivi; 2)
2012
ISBN 978-88-96177-66-2