Carrello

Se pensiamo agli oggetti conservati fra le teche dei musei di storia, viene spontaneo attribuire loro una certa attendibilità ma, al contempo, anche un’asetticità e immobilità. Tuttavia, se esposti, raccontati e maneggiati dalle persone, il loro valore evocativo aumenta, grazie al legame con coloro che li hanno vissuti. Tracce materiali, memorie e parole chiave, dunque, si intrecciano in percorsi biografici ed esperienze personali, che rendono i medesimi oggetti attori sociali e testimoni tangibili di storie passate.
Si assiste così al “ritorno dell’oggetto” nei musei storici, dopo la sbornia multimediale che aveva portato alla loro virtuale scomparsa, ma perché questo sostenga un’adeguata conoscenza c’è bisogno dell’intervento dello specialista che riesca a contestualizzarli, come nei trenta contributi del presente volume.
Si mette così a fuoco la grande varietà e ricchezza di musei, spesso piccoli e gestiti da associazioni private, che, come sottolinea la curatrice Paola Boccalatte, si configurano come «comunità patrimoniali» e «musei di narrazione».
L’approfondimento della cultura materiale della Resistenza rivela la sua natura plurale, con storie di resistenza armata, deportazione, resistenza civile e opposizione politica, espressioni – utilizzando le parole del curatore Mirco Carrattieri – di «una minoranza ma di massa, legata al passato però capace di guardare al futuro, drammatica e insieme coraggiosa».
La cultura materiale introduce, quindi, a una narrazione che rifugge dai trionfalismi e che, come sottolinea il prefatore Paolo Pezzino, è in grado di avvicinare le giovani generazioni a una conoscenza non retorica, ma sostanziale, di quel complesso momento storico che resta fondamento della nostra democrazia e di cui l’imminente 80esimo anniversario può essere una significativa occasione di riscoperta e valorizzazione.

Di seguito i contributi raccolti nel volume:

Prefazione, di Paolo Pezzino
«L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose», di Paola E. Boccalatte
Materiali e resistenti. Fare storia della Resistenza con e per oggetti, di Mirco Carrattieri
Quando la morte non ti vuole. La storia di Carlo Suzzi, di Luca Zanotta
Quel tragico mattino di aprile, di Andrea Ripetta
Una storia nell’armadio, di Erika Grasso e Gianluigi Mangiapane
«Poi dopo l’8 settembre la frittata si è rivoltata», di Matteo Stefanori
«La messa est finita», di Alessio Parisi
Erano piogge di notizie, rimangono gocce di memoria, di Elena Donatoni
Da “El buschett” a Zelig: la riconquista della libertà di divertirsi, di Silvia Bianciardi
C’era una volta… una zietta molto birichina, di Giada Borlotti e Greta Fedele
Passi felpati nella tana del lupo, di Federico Carlo Simonelli
Ultimi fuochi di guerra, di Lorenzo Gardumi
La fede illumina la speranza del ritorno, di Orlando Materassi e Silvia Pascale
«Oscillavano lievi al triste vento», di Irene Bolzon
Precauzioni: conservare con cura, di Monica Emmanuelli
Un vessillo antifascista per la libertà e la democrazia, di Gabriele Mastrolillo
I bianchi e i rossi, di Luca Sansone
«Il primo colpo va sparato qui», di Ilaria La Fata
Tutti su per terra, di Mirco Zanoni
«Aiutati che il ciel t’aiuta», di Francesco Marchetti
Senza di noi, non fate niente, di Elena Monicelli
Le parole nascoste nell’argine, di Laura Orlandini
Adolfo, il cappello e la “Polda”, di Gianluca Fulvetti
Il lavoro che non rende liberi, di Valeria Galimi
A Cigoli, Gramsci fa il calzolaio, di Federico Creatini
Dalla tomba dei vivi al vivaio della memoria, di Nicola Maranesi
Un cambio di orario e scocca l’ora della rivolta, di Tommaso Rossi
Nome di battaglia “comandante Rolando”, di Caterina Paparello
«Meglio morire che tradire». Ignazio Vian, più duro di un pezzo di pane, di Luciano Governali
Non andarono “tutti a casa”, di Giuseppe Iglieri
Eroi silenziosi: medici resistenti contro il nazifascismo, di Eirene Campagna
Storia a sorsi, di Domenico Bolognese
Il (cattivo) regime fascista e la (buona) nazione italiana, di Giancarlo Poidomani

Paola E. Boccalatte (Torino, 1975) è consulente freelance per musei e istituzioni culturali. Ha conseguito il dottorato in Discipline storico-artistiche alla Scuola Normale Superiore di Pisa e dal 2000 collabora con musei di storia del Novecento, di arte antica, di storia della città, e in particolare con Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica (Torino). Ha co-progettato il Museo delle Frontiere al Forte di Bard (2024) e il nuovo percorso del Museo Cervi di Gattatico (2022). Dal 2018 al 2022 ha realizzato iniziative di valorizzazione e audience development al Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino. Attualmente collabora con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri.

Mirco Carrattieri (Reggio Emilia, 1974) collabora con l’Università di Modena e Reggio Emilia e con quella di Bergamo. Coordina il Comitato scientifico di Liberation Route Italia. È membro del Comitato scientifico dell’Istituto Cervi e di ISTORECO Reggio Emilia, del quale è stato presidente dal 2009 al 2015. È stato direttore della rivista “E-Review” dal 2013 al 2022; direttore del Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza italiana dal 2016 al 2019; direttore generale dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri dal 2018 al 2021. Dottore di ricerca in Storia contemporanea, è stato borsista della Fondazione Salvatorelli, della Fondazione Gorrieri, della Fondazione Basso e della Domus Mazziniana.

Scarpe rotte eppur bisogna andar. Una storia della Resistenza in 30 oggetti